Questi mesi mi hanno segnato come un tossico di
eroina, lasciandomi cicatrici indelebili.
Cerco di liberare la mente dai pensieri negativi, i
quali la notte diventano mani che stringono il mio collo ed io non riesco a
respirare.
Poi mi sveglio con la fame d’aria, la realtà mi
toglie il fiato anche nei sogni.
Sono le tre del mattino faccio un paio di tiri a una
canna dimenticata nel posacenere.
Ancora un verso, regalami mia musa ancora un’ispirazione,
prima che l’alba arrivi, e con la sua luce spezzi via la magia della notte.
Ancora una volta…
Una rima anche baciata.
Una lancia che spezzi questo mio scudo.
Che trafigga ancora una volta il mio cuore.
Ma non arriva nulla, le 4 del mattino mi preparo una
canna bella carica, una torcia tipo quelle delle olimpiadi.
Sono un sopravvissuto al boom della coca, mai presa,
sono ancora vivo dopo svariati coma alcolici. Uscito vivo da un mio tentativo
di bruciare la mia casa.
Per essere sveglio in questo momento, per sentire i
suoni di animali notturni che percepiscono l’alba avvicinarsi, ed il loro tempo
in stato di veglia sta per concludersi, come quando suonano la campanella per
avvisare che puoi prendere l’ultimo drink. Quando sento arrivare il momento
dell’orgasmo e lo tiro fuori, ci sono cose che puoi facilmente percepire, ogni
tanto ci fai caso ma la maggior parte delle volte no.
Ed io mi ritrovo nuovamente ad essere l’Alpha, il
solitario che cerca la via, la redenzione, collegamenti neurali apparentemente
normali, placare le voci ancora una volta, per poi spingermi oltre, pressare
ancora di più sull’acceleratore, tenere la fottuta macchina in curva senza
paura.
Ed invece… nulla di tutto questo o tutto questo…
cosa importa?
I capelli biondi entrano ed escono dalla mia vita
facilmente come aprire una latta di birra. A cosa serve tutto questo? Per non
dormire la notte? Per essere l’eletto?
Le 5 del mattino, faccio la doccia e penso che
l’acqua calda che cade sul mio corpo dopo aver fumato l’erba sia una delle
migliori sensazioni al mondo; sei nella doccia una nota “macchina per sognare”,
amplifichi con l’erba, riesci quasi a spostati in altri luoghi. Ma so che là
fuori siete un bel po’ che provate queste ed altre cose che il vostro
affezionatissimo descrive in questi racconti, in realtà io sono quello moderato
rispetto a voi che mi sembrate tutti matti quando c’incontriamo.
Anche se la vocina nel cervello mi dice di stare
zitto. Ogni tanto discuto con qualcuno solo per far capire allo stronzo come
gira il mondo in realtà, ma la maggior parte delle volte finisce in una mezza
rissa.
Ieri un tizio che non so manco come si chiama ma
scambiamo due parole sul calcio, mi ha detto che sua moglie è morta da qualche
giorno, e lui non sa cosa fare perché la sua unica figlia vive a Barcellona e con
lui non parla da anni, fa una telefonata al mese e deve rispondere sua moglie
perché se sente la sua voce riattacca e chiama il mese dopo, così visto che
manca poco alla telefonata mensile ha staccato il telefono.
Mi ha chiesto: “Cosa devo fare?”.
Cosa deve fare un uomo per ritenersi tale?
Si agisce in base alla morale del momento che la
società ci impone, ovviamente il tizio non può mangiare la moglie morta, ma
cazzo lo sversamento di liquidi il corpo che si decompone, la puzza, qualcosa
si deve fare.
Abbraccio lo sconosciuto e inizio a piangere con il
singhiozzo.
“Hei che sta succedendo?” chiede Guglielmo, il
titolare del Bar Sport.
“Sua moglie è morta da due giorni adesso puzza, e
lui non sa cosa fare!” grido mentre mi alzo dalla sedia e vado verso il bancone;
un gruppo di persone si avvicina allo sconosciuto e iniziano a parlare con lui,
sono certo che gli risolveranno il problema.
Ma questo succedeva ieri, adesso l’acqua calda della
doccia scorre sul mio corpo mentre io sfrego con la spugna e il bagno schiuma
all’olio di Argan in cerca di una pulizia interiore
che tarda ad arrivare.
Onore agli sconfitti.
Il sangue versato del nemico adesso forse vale come
il nostro?
Onore ai disadattati.
Lunga vita a chi sa già di aver perso ma continua a lottare
inseguendo un sogno.
Il mondo gira sempre più veloce, ti adatti oppure
muori.
Onore e gloria eterna agli emarginati.
Agli immigrati, ai gitani, omosessuali, deviati,
carcerati.
Il maestro dice: “Non coltivare sentimenti di
vendetta”.
Onore all’erba.
Porta la mia mente a un livello percettivo che
sfiora il viaggio astrale.
Il sabato sera lecco la figa a una tipa ubriaca come
me nel bagno di un pub, poi la prendo da dietro e spingo forte.
Dopo sei minuti vengo dentro il preservativo
sagomato per dare più eccitazione e piacere ad entrambi i partener.
Sono di nuovo seduto a bere whisky con la ciurma.
Amici ma soprattutto amiche è bello finché dura, ma
niente dura in eterno, e col passar di strani eoni anche la morte può morire.
Quindi godiamoci questi momenti.
Poesia
numero zero
Il
freddo arriva nel mio cuore
Sono
in un film in bianco e nero
Tremo
al pensiero di dover accettare la realtà
Poesia
numero zero
La
pioggia mi segue per coprire le lacrime
La
cerco nei volti delle altre
Poesia
numero zero
Penso
in bianco e nero.
Onore all’ultimo racconto.
Che si prende anche l’onere di essere il più
criticato, forse il più letto.
Mi tradirete per falsi poeti.
A qualcuno non piaccio forse perché sono troppo
forte.
Crescere.
Evolversi.
Superare gli schemi.
Inseguire la tribù che danza a passo del vento.
Esco dalla doccia stremato e profumato.
Gengive sanguinanti.
Pillole alcol aghi.
Il rumore nella testa
Arriva l’alba, il sogno svanisce lasciando quel
retrogusto di tristezza.
Onore al mal di denti
Che mi ha svegliato alle 3 del mattino per scrivere
questo racconto.
Che contiene un messaggio per il mondo… col cazzo
che vado k.o.
E ricorda, io vengo per la pace,
io vengo per il bene
io vengo sul tuo corpo, mentre cerco rime per
affrontare le mie paure, per conquistare territori urbani abbandonati… un
giorno vi dirò dell’amore.
Ma adesso chiudo questo lungo… forse ultimo
racconto.
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