lunedì 21 settembre 2020

IL RINOCERONTE


 




Prologo:

"Sei mai stato in messico?" 

Mi chiede con sguardo profondo e malinconico. La sua voce sa di latte macchiato, amaro, ma con quel gusto dolce naturale, senza quel fottuto zucchero, che non ricorda affatto la cocaina, e neanche l'eroina, anche se io non le ho mai provate: che si fottano! Io sto bene solo con erba e alcool, il resto è merda. Ho iniziato ad allenarmi e sono a dieta, si dice in giro che può servire.

"Si una volta, con Carmelo, 15 giorni, avevo vinto un concorso letterario, un viaggio per due persone in un resort bevande incluse", dico mentre finisco la birra bionda, doppio malto, australiana, forte

“Sull'aereo ci siamo ubriacati. Carmelo ha vomitato su un ragazzino grassoccio e brufoloso, con lo sguardo fisso sul videogioco; non una scarica, ma tipo un rubinetto che gocciola di notte piano e costante. Il ragazzo inizia ad urlare...  poi questa parte non la ricordo mai perché mi sveglio nell’hotel con carmelo che firma documenti a dei poliziotti. 

Che cazzo è successo in Messico? 

Quindici giorni a fumare, bere e scopare".

Rimane scioccata per il mio linguaggio esplicito ma anche affascinata.





Passato:

"Marijuana in Messico "

Ogni tanto quando fumo troppo cado in paranoia. E’ come se la testa si spegne, vedo un brutto film con un finale di merda. Proprio quello è il momento di combattere. Questa droga è una sfida con la mente, un gioco perverso. 

Ci siamo rasati i capelli. 

Occhiali scuri.

Cervello che va per i cazzi suoi.

Freddo, caldo, poi tachicardia. 

La voce nel cervello mi dice che stiamo vincendo: sono nella fase giuro che smetto.

Siamo in fila per il buffet davanti a una coppia di sposini e dietro a una coppia di anziani. Tutto è stupore per noi. Siamo silenziosi in fila, con i capelli rasati e gli occhiali scuri.

"Noi lo sappiamo, lo abbiamo capito, brutti figli di puttana! Si, siamo strafatti".

Carmelo mi dice qualcosa "ti hanno sentito tutti, sei sballato, chiudi quella bocca ".

Chele giganti di granchio crudo appoggiato su del ghiaccio, salmone affumicato, salsicce, bistecche, uova, e l'immancabile bacon, una banana. Carmelo ha un vassoio pieno e sta riempiendo anche il mio; non ha capito che è tutto gratis, quante volte vogliamo, infatti bisbiglia "prendi tutto quello che costa più caro".

Comunque non so, sembra surreale ma è così, ermetico, narcisistico , prepotente e arrogante. 

Ma tutto questo non ha senso, non sono più concentrato sui ricordi.





Presente:

"Tequila a Zacatecas "

Stiamo scopando sul pavimento di casa mia, l'eccitante sesso in attesa dell'orgasmo; l'amore viene dopo, prima escono i liquidi. Finiamo, niente abbracci, baci, effusioni, niente. Restiamo nudi a bere e parlare. Mi dice di chiamarsi Carmen, che vuole andare in Messico, la sua città si chiama Zacatecas; apre due birre da mezzo litro e me ne porge una, poi dice "brindiamo a noi, alla tequila e a Zacatecas". Io non riesco a capire perché mi debba inserire nel suo sogno.

L'effetto paranoico è svanito. Cerco qualcosa da mangiare ma penso che sono a dieta. Continuo a bere. Osservo una montagna di vestiti sul divano, cerco di spostarli con la mente, ma non riesco: forse qualche volta ci sono riuscito? 

Scrittori di merda  fottetevi!

Coltivo sempre un po' di rabbia. 

Il futurismo fa paura alla modernità: il diario segreto, il lucchetto, quella piccola illusione di avere uno spazio privato.

Ti illudono. 

Ti fanno credere che puoi avere il tuo spazio per i tuoi minuscoli segreti che chiami hobby.

Adesso sono fuoco mentre lei mi cavalca velocemente. Gridiamo insieme " amore, insieme, a bere tequila a Zacatecas ".

Dopo mezz'ora schizzo sul suo corpo.

Sudati, stanchi , ubriachi e felici ci addormentiamo abbracciati.


Futuro:

"Il rinoceronte ".

Un raggio di sole mi sveglia. Come un vampiro mi nascondo sotto le lenzuola, esco dal letto, sul tavolo della cucina liquidi e solidi sparsi un po' ovunque.

Apro una birra e fumo erba. Mi siedo.

Osservo sul vetro della finestra aperta il riflesso del mondo, in mutande sulla poltrona con la spalliera reclinabile modello Dakota76 fabbricata in Vietnam con un nome americano per un azienda italiana che vende i suoi prodotti solo online. 

La fredda tecnologia.

Puoi comprare quello che vuoi con un clic.

Puoi pagare per vedere torturare, violentare e uccidere bambini. Puoi comprare caramelle e cioccolatini con la tua foto, mutande e calzini, consulti magici, salumi e formaggi, e se hai le competenze anche droga e armi: ogni tuo desiderio. 

Un mondo dove ognuno può esprimere la sua minchiata, dove milioni di utenti che non hanno mai aperto un libro teorizzano di formule matematiche che non hanno senso e poi convincono con il loro folle ragionamento altri utenti e poi queste stesse persone iniziano a riunirsi nella vita reale e a parlare sempre dello stesso argomento e poi formano un partito politico così una notte ti ritrovi a un incrocio, in una strada desolata, e il rosso del semaforo ti dice di fermarti: un oggetto ti dice cosa devi fare.

La mia vita presente si basa sull'esperienza del mio passato. 

Quando devo decidere il mio cervello sceglie in base all'esperienza passata.

L’endorfine rilasciate ci convincono della scelta sicura.

Respiro, osservo l'orologio, su una linea retta il tempo si muove in avanti?

Mentre la madre terra fa nascere e morire con il suo tempo.

248 libri, più un numero imprecisato di fumetti, 700 tra cd e vinile, 15 film in dvd, tutta la saga di Ken il guerriero. 

Oggetti nella stanza.

Ci svegliamo la mattina con la voglia di comprare banalità per compensare l'ego.

Ho consumato abbastanza?

Così nascono i discorsi di retorica. 

Adesso vogliamo salvare il pianeta, ci facciamo domande " è giusto mangiare animali? è giusto inquinare di meno?", poi sento affermazioni "affondiamo i barconi" e "immigrati a morte". Una grande confusione sopra e sotto il cielo. 

"Tu credi nella vergine Maria? " chiedono con tono minaccioso. 

I pensieri si sono fatti carne, camminano tra di noi.

Una frase può cambiare il mondo, una vibrazione anche. 

Nell'aria vibrazioni contrastanti. 

Perché non suoniamo una sola e collettiva nota d'amore?

Perché anche l'amore è una parola soggettiva. 

Osservo sul vetro della finestra aperta il riflesso del mondo, e ti penso mentre stai leggendo un racconto, scritto da un tizio seduto su una poltrona Dakota76, in mutande, che fuma erba e mangia cioccolatini con la sua foto mentre ti chiedi "perché sto pensando al rinoceronte? "


Nota dopo la fine del racconto:

Il rinoceronte ci può ricordare che dobbiamo essere grati per tutto ciò che ci circonda e per tutte le piccole e numerose cose che accadono giorno dopo giorno nella vita. In relazione all'intimo legame del rinoceronte con la terra, possiamo intravedere che questa creatura si relaziona alla sicurezza e alla connessione con la natura. Quando ci sentiamo insicuri, nervosi o disconnessi, dobbiamo ricordarci di questo animale che ci da dei messaggi così importanti.

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