giovedì 10 settembre 2020

BRIGATA 20 LUGLIO



“Arriva la luna nuova tu cosa chiederai?

E quando non la vedi più ti chiedi dove è andata?”


Sono sulla sdraio a bordo piscina a casa di Sandro e un tizio sulla sdraio accanto mi guarda mentre recita questa specie di poesia.


Siamo una trentina di persone, tutti in costume da bagno, nell’aria la musica di Manu Chao, età media 40 anni.


La maggior parte sono poeti, gente reduce da quel grande flusso del G8 di Genova. Sandro è un poeta famoso.


I tavoli sono pieni di cocktails e birre, io ho fumato un grammo di erba magica e sono in una dimensione caraibica: forse sarà la musica.


Sto molto bene, rispondo agli sguardi con sorrisi e gesti con le mani.


Non parlo, osservo le nuvole, e un gioco di ombre fa comparire su un albero una specie di volto; io credo di vedere questo, ma sono sotto effetto quindi tengo questi pensieri nel mio archivio cerebrale.


Il cielo sembra oscurarsi, una leggera brezza aumenta di intensità.


“Arriva la luna nuova tu cosa chiederai?

E quando non la vedi più ti chiedi dove è andata? “.


Un’altra volta questa stupida poesia.


Quella grande onda rivoluzionaria si è andata a infrangere contro la montagna e poi si è ritirata, portandosi dietro tutta la rabbia e la voglia di cambiare.


In questa ricorrenza del 20 luglio che festeggiamo ogni anno osservo gli altri vecchi rivoluzionari, adesso sono diventati un impiegato dal colletto bianco, un imprenditore, un operaio, un avvocato, un poeta, una cantante, una madre: pezzi singoli che muovono il sistema.


Se quel giorno salivi sulla montagna e avevi gli occhi giusti potevi vedere il segnale dove l’onda è andata a sbattere.


Ancora non ho rasato la barba, la temperatura si abbassa bruscamente, il vento soffia più forte.


Poi di colpo tutto si ferma, entra in scena nuovamente il sole, prepotente si prende il palco.


Come cazzo fa Sandro ad avere questa casa scrivendo poesie?


Faccio un tuffo in piscina, schizzo tutti quelli che sono in acqua e forse anche qualcuno fuori. Urlo ” alla salute!” Tutti rispondono in coro “alla tua”, non mi guardano più.


Il termometro dell’acqua segna 28°.


“Arriva la luna nuova tu cosa chiederai?

E quando non la vedi più ti chiedi dove è andata? “


Di nuovo questa stupida poesia, ma in realtà mi accorgo che alcuni partecipanti alla festa mi dicono queste parole all’orecchio; nessuno dice queste parole a voce alta, sono loro che mi sussurrano nelle orecchie.


L’erba è troppo buona, introspettiva e allucinatoria.


Frasi sussurrate.


Occhi rossi.


Sono passati 19 anni e ti penso ancora.


Il G8, Bin Laden, la guerra al terrorismo.


La mia non è tristezza, ma nostalgia del tempo passato.


Quel momento di ribellione collettiva, di sogni , di rabbia, di speranza… e poi di morte.


“Arriva la luna nuova tu cosa chiederai?

E quando non la vedi più ti chiedi dove è andata? “


Dopo circa 2 ore arriva la fase down dell’erba; è come svegliarsi al mattino per andare a lavorare.


Un senso di vuoto e caduta.


Prendo un cocktail alla mela verde, kiwi e doppio gin.


“Arriva la luna nuova tu cosa chiederai?

E quando non la vedi più ti chiedi dove è andata? “


Io chiedo di tornare indietro nel tempo per poterti abbracciare ancora una volta.


Ritorno sulla sdraio, prendo il telefono, ho un nuovo messaggio su Whatsapp, lo apro: “…il sole è suo padre, la luna è sua madre….separerai la terra dal fuoco….con questo mezzo avrai la gloria di tutto il mondo e per mezzo di ciò l’oscurità fuggirà da te…così è stato creato il mondo. ”


Mittente brigata 20 luglio colonna luna nuova.


Cancello veloce come uno schizzo involontario, notturno.


Rispondo ” le bugie vanno e vengono, mentono e entrano nell’oscurità.


La tristezza è colpa della menzogna.


Solo la verità salva.”


Premo il tasto invio.


Bevo altri 2 cocktail.


Fisso il sole .


Ho brividi di freddo.


Una nuvola si sposta lentamente.


Percepisco il volto della Dea nella mia mente.


Scrivo alcuni pensieri su un foglio


“Uno sbaglio, uno scoglio, una stupida bugia. Poi un colpo e vado via…vado via”.


Do fuoco al foglio e lo spengo con le dita; brucio i miei pensieri, mentre osservo la cenere che cade a rallentatore.


Il tempo scorre lentamente.


La sensazione sale dalle dita dei piedi e va veloce nello stomaco, poi lentamente fino al cervello, la sento in tutto il corpo,


È arrivata la PAURA!




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