“Ho
preparato tutto, venite a sedervi intorno al fuoco adesso inizia il gioco”.
Ci
sediamo in cerchio con il fuoco al centro che ci spara qualche scheggia ogni
tanto per tenerci svegli, fumiamo erba e non parliamo, è “il gioco del
silenzio”.
Ognuno
di noi ha un quaderno deve scrivere i suoi “silenzi interiori”, poi quando
finiamo andiamo dentro casa, ci rimettiamo di nuovo in cerchio, passiamo il
libretto a quello alla nostra sinistra, a turno leggiamo i “silenzi dell’altro”;
è consentito anche aggiungere disegni.
La
prima a finire è Alice; saluta il cerchio in silenzio, e va dentro casa.
Noto
che ci sono ancora troppe canne spente in giro, così passo la mia canna a
quello della mia sinistra, che riaccende la sua è la passa, così riparte il
giro delle canne.
Adesso
il vento è cambiato è mi becco un tot di fumo del falò in piena faccia. Per un
po’ non respiro mi alzo, gli occhi rossi iniziano a lacrimare cosi butto un po’
di acqua sul volto e in testa per riprendermi.
Mi
siedo di nuovo, anzi saluto il cerchio e vado dentro casa.
Sono
già passate tre ore. Manca solo Sandro, lui è l’unico che firma quello che
scrive, come se qualcuno di noi non sapesse che l’unica poesia della serata
sarà la sua. Eccolo che arriva dentro casa barcollando; non regge mai niente,
prende il suo posto alla mia sinistra, ci passiamo i libretti.
Inizia
a leggere chi è alla punta del pentacolo puntato verso la Luna. Quindi tocca al
Profeta iniziare, “Saluto il cerchio, spezzo il silenzio”, fa un segno con la
mano è inizia a leggere dal taccuino :
CONCERTO HARD-CORE.
C’è
solo un fottuto bagno per 500 persone, ed è già allagato, il puzzo di piscio e
merda si sente anche all’aria aperta, in questo posto autogestito, dove, oltre
ad ascoltare un susseguirsi di band senza futuro, sono al bar a vendere birre
fredde di una marca sconosciuta a punk, filosofi, quelli di Palermo, qualche
skin, qualche femminista, quelli di Enna, il collettivo anarchico, una tre
giorni di musica, birra, cibo e campeggio.
La
presunzione di creare dal nulla elevandosi a chissà quale fantomatica divinità,
ho fatto uno skizzo lungo sul suo corpo.
Però
so fare di meglio.
Adesso
chiudo gli occhi è faccio tre tiri veloci all’erba, perché qualcuno vuole accelerare.
Mostrami
il cammino io lo seguirò, andiamo al mare, il sole, il caldo, seguiamo questo
ritmo lento,
invece
c’è questo tizio che mi chiede una birra, ne prendo una da sotto il bancone,
gli sparo una bella agitata, il tipo la apre e uno skizzo bello forte gli
arriva in faccia.
Poi
mi lascio trasportare dal ritmo lento della spiaggia e di Bob Marley, “Ti voglio
amare una volta al giorno, per tutta la mia vita, questo amore è pieno di
magia”.
C’è
un’atmosfera tetra da postumi festivi per le strade della città, mentre l’erba
mi colpisce, portando la mia mente verso il fuoco.
Faccio
una pausa dal bar, evito il pogo, cerco un posto tranquillo e un po’ distante
per fumare un po’ d’erba in solitaria.
“Finisce
così il primo silenzio, grazie per aver condiviso con noi”. Il Profeta si
siede, parte un applauso. Adesso tocca a Silvia leggere: “Per me è la prima
volta qui con voi, devo dire che mi sento un po’ emozionata ad essere nella
stessa stanza a leggere racconti con autori come Sandro, il Principe, è non
dimentico di certo il mio preferito “CaneNero”, la guardo, lei abbassa gli
occhi è inizia a leggere:
TURNO DI NOTTE.
Marco
si volta preoccupato verso di me. “C’è il tizio della numero 28 in linea, vuole
parlare con te”, prendo fiato e rispondo: “Hotel Excelsior sono Anna in cosa
posso esserle utile?” dall’altra parte della cornetta parte una voce incazzata e
tutto di un fiato dice: “Mezz’ora fa ho ordinato un club sandwich e la mia
ragazza non me lo succhia se prima non mangia quel fottuto panino, sbrigatevi
cazzo!”. Sento un click, ha riagganciato. E adesso cosa faccio? Come mai gli
ordini non escono dalla cucina? Compongo veloce sulla tastiera luminosa il n°49
cioè l’interno della cucina, nessuna risposta, chiamo lo chef, nessuna
risposta, dico a Marco: “Sostituiscimi per un po’, vado a vedere cosa succede
in cucina”, stacco gli auricolari della reception e li do a Marco che li prende
con riverenza, mi incammino verso l’ascensore, premo il bottone forse con
troppa forza, mi salta l’unghia appena rifatta, rumene di merda! Mi hanno pure
detto: “Signurina chisse unghia di sposa, bella signorina”, si vede proprio che
ti prendono per il culo, ovvio che la colpa è anche mia, lo so che non mi devo fidare
dei prezzi bassi, si aprono le porte dell’ascensore, è vuota, entro, spingo con
il dito con l’unghia fottuta il piano delle cucine, zingare di merda, poi penso
a quello stronzo che non mi ha mai richiamato, adesso sta con una rumena,
quelle sono solo delle gran puttane, si aprono le porte, c’è uno strano
silenzio, anzi adesso sento un rumore, avanzo lentamente cercando di attribuire
lo strano rumore a qualcosa di conosciuto, sembra la lima per le unghie di
quella puttana zingara che mi ha fottuto 20 euro, adesso sono vicina alla porta,
prendo fiato, cerco lucidità mentre il mio cuore batte all’impazzata, con la
mano apro la prima anta, schizzi di sangue, corpi mutilati, sento il rumore
della limetta alla mia destra mi volto e….
Un
tizio in un bar molto distante dai fatti appena narrati è seduto a bere birra
ascolta questa notizia: “Si chiama Anna Kurtinova la receptionist dell’hotel Excelsior
scomparsa in circostante misteriose la giovane rumena, è scomparsa la sera del
5 gennaio 2021, chiunque avesse notizie può contattare i numeri che vedete in
sovraimpressione”, al tizio cade la birra dalle mani e dice: “Quella è mi a
figlia!”.
Finisce
di leggere, è visibilmente emozionata, parte l’applauso, ogni tanto ho
l’impressione che questi incontri siano come una comunità di recupero, un
susseguirsi di letture e applausi, cazzo però funziona, ridiamo e ci
emozioniamo tutti.
Ogni
tanto qualcuno mi chiede di poter partecipare, però poi dice non voglio fumare,
non voglio bere, io gli dico: “Non ti ci porto nemmeno se la tua ragazza mi succhia
il cazzo”, in realtà molte lo hanno fatto, non per partecipare alle letture ma
solo per potersi vantare, mi immagino la scena: “Sai ha fatto un pompino a
CaneNero”, e l’amica: “L’hai sfondato”, che insomma son le storie che mi faccio
nella mente, mi pregano per soddisfare una loro curiosità, questi tipi pensano
che la donna sia un loro oggetto, mai uno che s’incazza quando gli dico ”Neanche
se la tua ragazza mi succhia il cazzo”, si mettono la faccia triste, io resto
fermo nel mio no come quando lo dico al cane, solo che loro mi ascoltano, il
cane no.
Ho
la gola troppo secca sto andando un po’ in paranoia, l’ultimo racconto parlava
di sonde anali, in pratica si era riunito il consiglio interstellare alieno per
decidere dove mettere la sonda per ispezionare l’umano che viene rapito per
esperimenti, alla fine hanno votato e vinto i democratici e la sonda continuano
a metterla su per il culo.
Io
continuo a fumare, nonostante la paranoia e la gola secca, forse è il mio turno
perché non parla più nessuno, anzi noto che tutti gli sguardi sono rivolti
verso di me, “Tocca a te”, dice il nuovo arrivato seduto alla mia destra, lo
guardo “Cazzo ma allora la tua ragazza fa davvero i pompini, altrimenti non
saresti qui”, ma forse non lo dico veramente ed inizio a leggere.
POKER.
Un
istante fa eravamo complici, i tuoi sguardi mi sembravano chiari, ma adesso
rilanci sul mio rilancio, io vedo, “Quante carte?” chiede il croupier, rispondo:
“Servito”, poi si volta verso di lei che chiama 3 carte, dico: “Parola al rilancio”
lei dice: “Piatto”, io ho una scala a regine, cosa cazzo può avere? Dico: “Visto”,
mi fa l’occhiolino e mi fa vedere: un colore di quadri, cazzo ha fatto colore
chiamando 3 carte!, e ha pure rilanciato all’apertura, sono vittima di un
imbroglio?
Sono un poeta coglione
“Io
scrivo poesie che fan cagare”. Una ragazza bionda che non conosco inizia a
ridere perché capisce il gioco, Sandro un po’ indispettito, continua: “Sono un
coglione” partono altre risate, poi mi guarda è dice: “Quindi mi hai preso in
giro?”
LUCE.
Inganni
irragionevoli.
Tempeste
d’amore.
Giri
di walzer.
Stati
mentali.
Freddi
silenzi…
poi
ancora abbracci…
Illumino
il tuo sesso.
Asciugo
il tuo sudore.
Il
buio mi assale.
...barcollo…
…barcollo…
Sono
Sandro, sono il poeta, che la luce sia lieta.
Cazzo
a lui sì che fa veramente male fumare erba, cioè questo qui si distrugge ogni
volta, poi ‘sta fissa che deve firmare, ma chi se li incula i suoi versi?
Milioni di fan in tutto il mondo! sembra incredibile ma è cosi, siamo arrivati
all’ultimo racconto per chiudere il cerchio, adesso accendiamo la candela che
abbiamo di fronte a noi, riesco a far scorrere questi momenti di amicizia e
fratellanza a rallentatore, per farli diventare ricordi da consumare in eterno.
Cerco
di fotografare il momento, mentre il Principe inizia a leggere:
IL SONNO.
Il
sonno liberatore delle catene della realtà tardava a arrivare, sdraiato nel
letto singolo di una stanza di un appartamento diviso con studenti e operai, il
silenzio e il buio non aiutavano l’entrata del sonno nel mio corpo, nella mia
mente.
Poi
suona la sveglia, allora ho dormito di nuovo senza capirlo, sono mesi che va
così, ho dormito di nuovo senza capirlo, dormo senza riposare veramente.
Taglio
via tutti i pensieri negativi.
Soffio
sul fuoco della magia.
Fumo
erba insieme alla ciurma.
Sono
felice! Perché so che tu mi pensi.
Chiude
il cerchio e ringrazia il fuoco che ha liberato i nostri silenzi. Applauso
finale e saluti.
Siamo
rimasti io, il Principe e il Profeta, abbiamo preso tutte le canne rimaste nei
posaceneri, si va da l’ultimo tiro a intera, per un totale di 25, fumiamo fino
ad addormentarci, l’ultimo che rimane sveglio, può scrivere con una penna nera
frasi sulla pelle scoperta degli altri due. Un giorno sono andato al lavoro con
scritto sul braccio destro: “Ieri sera ero ubriaco”, fortuna che nessuno se ne
è accorto, accendo faccio un tiro e la passo al Principe che inizia a ridere è
fare boccacce.
Lo
guardo mentre penso che appena si addormenta gli disegno una Z sulla fronte.
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