domenica 17 gennaio 2021

IL VENTO

 

IL VENTO.



 

Un uomo cammina per la strada con i capelli che volano al ritmo del vento che va e viene, la fortuna che va e viene, aspetta l’ultima onda, aspetta l’ultima rivoluzione per sentire un po’ di vita.

Si ripete nella mente che non ha colpa se il mondo è ingiusto, che non ha colpa per tutta questa tristezza.

 

Io invece entro in contatto con il cosmo, erba e connessioni ancestrali, ho mantenuto la “promessa dell’antenato”, un piacevole odore di lavanda nella stanza, sento il bisogno di accendere candele bianche, di fare un altare alla Dea Madre, sono le 9 e 35 di sabato 16 gennaio 2021.

La solidarietà è un’arma.

La magia esiste.

Un’entità mi ha chiesto un favore.

 

Il meglio deve ancora arrivare, pensa dentro di sé l’uomo che cammina per la strada con il vento nei capelli che va e viene, e la fortuna che va e viene.

Non è colpa tua, ripete nella sua mente.

L’uomo si ferma, stringe i pugni, una lacrima cade dal suo viso, con il vento che va e viene.

 

 

Eccola la leggenda dell’eroe che diventa sciamano.

D’improvviso trasportata dal vento una particella minuscola di non so cosa mi entra in un occhio, una strana sensazione acida, l’occhio inizia a lacrimare come protezione.

Secondo la teoria del caos probabilmente un tizio sborra a Bangkok è lo spostamento d’aria ha spinto la particella nel mio occhio; sarebbe stato meglio spingere una palla nella rete giusta almeno vincevo un po’ di euro.

Adesso… quando è adesso?

Mentre lo penso oppure mentre lo scrivo?

mentre con l’altro occhio osservo questa tipa che mi espone teorie sul mio “stile” di scrittura: “Quello che tu scrivi nasconde misoginia e fascismo” fa un tiro al bong tossisce e lo passa al Principe.

“Quando tu scrivi ‘ho sborrato sulla sua pancia’, denigri la donna”. Poi dà un sorso alla birra e la finisce. Continuo a guardarla con l’occhio buono mentre l’altro si sta riprendendo, il Principe ciuccia il bong divertendosi con le bollicine, mentre un’amica di questo giudice della morale gli succhia il cazzo.

“Perché solo una persona misogina e fascista scrive ‘figa’, invece di scrivere ‘vagina’, ‘clitoride’, ‘grandi labbra che si aprono a fiore’, queste sono le parole politicamente corrette”. Strappa il bong dalle mani del Principe è aspira il dolce fumo dell’erba.

“Grandi labbra che si aprono a fiore?”, ripeto e scoppio a ridere, l’amica del giudice della morale scappa a sputare in bagno la sborra del Principe che gli ha appena schizzato in bocca.

 

Poesia n°7

Appare dal nulla,

cresce, mette radici,

distoglie dalla realtà,

poi ritorna nel nulla.

 

In verità più che un giudice sembra un guardiano della rivoluzione, indossa una felpa nera con il logo di Viking la serie tv, jeans neri e anfibi, bionda occhi verdi.

L’amica torna dal bagno con una bottiglia di collutorio verde fa dei gargarismi è sputa il liquido nel bicchiere.

Il guardiano prepara una canna, mi fissa con sguardo di sfida è dice: “Aspetto una risposta”.

“Se vieni un attimo di la ti do una risposta in privato, dato che gli altri sanno come la penso.”

 

 

Il vento viene e va

La fortuna viene e va, mentre l’uomo sulla strada si chiede che colpe ha.

 

Adesso spinge la mia testa tra le sue gambe con tutte è due le mani, con le gambe blocca il mio corpo, io stringo il suo culo mentre la mia lingua entra ed esce poi fa dei giri nelle sue grandi labbra che si aprono a fiore. Alza la schiena ha un orgasmo, apre le gambe mi libera dalla presa erotica, si sposta per prendere il bong, voglio entrare dentro di lei, ma mi blocca è dice: “Per migliaia  di anni le donne hanno fatto sesso senza godere, l’orgasmo è stata una prerogativa nel uomo”, accende il bong, osserva la mia reazione, inizio a farmi una sega, mentre ci guardiamo negli occhi, lei inizia a leccare il bong, poi apre la bocca è se lo infila tipo tubo, io accelero con la mia mano fino a quando arriva la scarica dell’orgasmo, chiudo gli occhi per l’intensità. Poi la guardo è prendo il bong, lei continua a fissarmi poi si sposta e lecca la mia sborra sul lenzuolo.

 

Il vento viene e va,

la fortuna viene e va,

un uomo sulla strada stinge i pugni e chiede se colpe non ne ha.

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