IL
VENTO.
Un uomo
cammina per la strada con i capelli che volano al ritmo del vento che va e
viene, la fortuna che va e viene, aspetta l’ultima onda, aspetta l’ultima
rivoluzione per sentire un po’ di vita.
Si ripete
nella mente che non ha colpa se il mondo è ingiusto, che non ha colpa per tutta
questa tristezza.
Io
invece entro in contatto con il cosmo, erba e connessioni ancestrali, ho
mantenuto la “promessa dell’antenato”, un piacevole odore di lavanda nella
stanza, sento il bisogno di accendere candele bianche, di fare un altare alla
Dea Madre, sono le 9 e 35 di sabato 16 gennaio 2021.
La
solidarietà è un’arma.
La
magia esiste.
Un’entità
mi ha chiesto un favore.
Il meglio deve
ancora arrivare, pensa dentro di sé l’uomo che cammina per la strada con il
vento nei capelli che va e viene, e la fortuna che va e viene.
Non è colpa
tua, ripete nella sua mente.
L’uomo si
ferma, stringe i pugni, una lacrima cade dal suo viso, con il vento che va e
viene.
Eccola
la leggenda dell’eroe che diventa sciamano.
D’improvviso
trasportata dal vento una particella minuscola di non so cosa mi entra in un
occhio, una strana sensazione acida, l’occhio inizia a lacrimare come
protezione.
Secondo
la teoria del caos probabilmente un tizio sborra a Bangkok è lo spostamento
d’aria ha spinto la particella nel mio occhio; sarebbe stato meglio spingere
una palla nella rete giusta almeno vincevo un po’ di euro.
Adesso…
quando è adesso?
Mentre
lo penso oppure mentre lo scrivo?
mentre
con l’altro occhio osservo questa tipa che mi espone teorie sul mio “stile” di
scrittura: “Quello che tu scrivi nasconde misoginia e fascismo” fa un tiro al
bong tossisce e lo passa al Principe.
“Quando
tu scrivi ‘ho sborrato sulla sua pancia’, denigri la donna”. Poi dà un sorso
alla birra e la finisce. Continuo a guardarla con l’occhio buono mentre l’altro
si sta riprendendo, il Principe ciuccia il bong divertendosi con le bollicine,
mentre un’amica di questo giudice della morale gli succhia il cazzo.
“Perché
solo una persona misogina e fascista scrive ‘figa’, invece di scrivere ‘vagina’,
‘clitoride’, ‘grandi labbra che si aprono a fiore’, queste sono le parole
politicamente corrette”. Strappa il bong dalle mani del Principe è aspira il
dolce fumo dell’erba.
“Grandi
labbra che si aprono a fiore?”, ripeto e scoppio a ridere, l’amica del giudice
della morale scappa a sputare in bagno la sborra del Principe che gli ha appena
schizzato in bocca.
Poesia n°7
Appare dal
nulla,
cresce, mette
radici,
distoglie
dalla realtà,
poi ritorna
nel nulla.
In
verità più che un giudice sembra un guardiano della rivoluzione, indossa una
felpa nera con il logo di Viking la serie tv, jeans neri e anfibi,
bionda occhi verdi.
L’amica
torna dal bagno con una bottiglia di collutorio verde fa dei gargarismi è sputa
il liquido nel bicchiere.
Il
guardiano prepara una canna, mi fissa con sguardo di sfida è dice: “Aspetto una
risposta”.
“Se
vieni un attimo di la ti do una risposta in privato, dato che gli altri sanno
come la penso.”
Il vento viene
e va
La fortuna
viene e va, mentre l’uomo sulla strada si chiede che colpe ha.
Adesso
spinge la mia testa tra le sue gambe con tutte è due le mani, con le gambe blocca
il mio corpo, io stringo il suo culo mentre la mia lingua entra ed esce poi fa
dei giri nelle sue grandi labbra che si aprono a fiore. Alza la schiena ha un
orgasmo, apre le gambe mi libera dalla presa erotica, si sposta per prendere il
bong, voglio entrare dentro di lei, ma mi blocca è dice: “Per migliaia di anni le donne hanno fatto sesso senza
godere, l’orgasmo è stata una prerogativa nel uomo”, accende il bong, osserva
la mia reazione, inizio a farmi una sega, mentre ci guardiamo negli occhi, lei
inizia a leccare il bong, poi apre la bocca è se lo infila tipo tubo, io
accelero con la mia mano fino a quando arriva la scarica dell’orgasmo, chiudo
gli occhi per l’intensità. Poi la guardo è prendo il bong, lei continua a
fissarmi poi si sposta e lecca la mia sborra sul lenzuolo.
Il vento viene
e va,
la fortuna
viene e va,
un uomo sulla
strada stinge i pugni e chiede se colpe non ne ha.
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